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Mətbuat şərhi 01 fevral 2014

Xarici işlər naziri Elmar Məmmədyarovun Globalist internet portalına müsahibəsi

L'Azerbaijan e l'Italia sono legati da una stretto rapporto testimoniato da uno scambio commerciale cresciuto negli ultimi anni a ritmi esponenziali; non sono molti nel nostro paese i cittadini informati del fatto che l'Italia è il primo recipiente dell'export dei prodotti dell'Azerbaijan, e figura al sesto posto nella classifica dei paesi importatori. Ma anche nell'ambito culturale stiamo avviandoci verso una conoscenza e comprensione reciproche più approfondite, certo grazie ad una lunga storia di ottime relazioni, ma più recentemente anche per le numerose iniziative di grande successo che hanno suscitato interesse e curiosità verso una zona del mondo ancora poco familiare ai nostri concittadini. Nell'insieme come descriverebbe i rapporti tra i nostri due Paesi, nel presente ed in una prospettiva futura, anche da un punto di vista politico? Potrebbe inoltre spiegarci quali sono le scelte dell'Azerbaijan in politica estera, specialmente verso l'Unione Europea? Qual è il suo commento sul Summit di Kiev e i recenti eventi accaduti in Ucraina?

Le relazioni tra Azerbaijan ed Italia hanno radici profonde e lontane. Le visite di viaggiatori italiani che in periodo medievale sono venuti in Azerbaijan, i rapporti diplomatici e commerciali degli stati medievali azeri con le città-stato italiche, le relazioni diplomatiche tra la Repubblica Democratica dell'Azerbaijan con l'Italia nel 1918-1920, l'attività del Consolato Generale Italiano in Azerbaijan in quel periodo sono alcuni degli esempi che hanno fornito solide fondamenta storiche per rafforzare ulteriormente, su basi del tutto nuove, il nostro rapporto dall'Indipendenza dell'Azerbaijan ad oggi.

Attualmente l'Italia si distingue nell'UE come un partner importante e vicino all'Azerbaijan, e le relazioni bilaterali e multilaterali tra i nostri Paesi sono in continuo sviluppo. A livello politico sono rapporti caratterizzati da reciproca intesa, consultazioni politiche ravvicinate, visite bilaterali intensive e cooperazione all'interno delle organizzazioni internazionali.

L'Italia resta il maggior partner commerciale dell'Azerbaijan, con un volume di scambio bilaterale di oltre 5 miliardi di Euro: infatti l'Azerbaijan è tra i più grandi fornitori di greggio all'Italia. Negli anni a venire saremo impegnati per la realizzazione del gigantesco progetto di un condotto che dall'Azerbaijan porterà gas nei mercati d'Europa, questo significa che l'Azerbaijan potrà diventare anche uno dei principali fornitori di gas per l'Italia.

Oggi una larga quantità di imprese italiane dimostra grande interesse nel settore non-oil in Azerbaijan, in particolare nei settori delle costruzioni, arredamenti, ingegneria meccanica, industria alimentare, agricoltura, turismo, ceramiche ed altri; oltre i progressi già ottenuti, siamo certi che vi siano ancora enormi possibilità inespresse di cooperazione. L'impressionante volume dello scambio commerciale bilaterale origina dall'esportazione di greggio e prodotti petroliferi dall'Azerbaijan verso l'Italia, per questo abbiamo bisogno di diversificare la composizione dello scambio tra i due paesi così come di ridurre l'enorme divario nel surplus di esportazioni.

A novembre si è tenuto il Business Forum Italia-Azerbaijan, con la partecipazione di 130 imprenditori italiani, principalmente dei settori petroliferi e infrastrutture; a dicembre a Baku c'è stato l'incontro della Commissione Intergovernativa sulla Cooperazione. In entrambi gli eventi è stato evidente il profondo reciproco interesse degli imprenditori italiani e azeri ad espandere le partnership, inoltre si sono rese visibili le enormi opportunità di business ed investimenti rese disponibili dal nostro Governo per le imprese italiane.

Il ritmo accelerato di sviluppo della economia in Azerbaijan ci ha permesso di diventare partecipanti di tutto rispetto in progetti di investimento all'estero. L'Azerbaijan ha investito 6 miliardi di dollari in paesi stranieri tra il 2003 e il 2011, è diventato un paese che esporta investimenti. Siamo convinti che negli anni a venire i nostri paesi si gioveranno di livelli crescenti di investimenti reciproci.

La dimensione culturale ed umanitaria è un'altra importante componente delle nostre relazioni, per l'ammirazione totale e l'amore per la cultura, l'arte, la musica e la letteratura che ci caratterizza entrambi. E' con immenso piacere che vorrei menzionare i recenti progressi e il dinamismo della nostra mutua cooperazione, basata su interessi comuni e rispetto tra i nostri popoli. Sono convinto che sulla base di comprensione reciproca e volontà condivisa una cooperazione feconda e una amicizia profonda potranno addirittura accrescersi.

Un'integrazione ulteriore nelle strutture Euro-Atlantiche è un intento costantemente perseguito dall'Azerbaijan: in tale ambito una partnership in evoluzione con l'UE nelle sfere di politica, economia e umanitarismo è una delle più alte priorità della nostra politica estera. Con l'Unione Europea condividiamo valori comuni e visioni in numerosi campi, e siamo determinati nello sforzo di rafforzare tale cooperazione. Quindi apprezziamo molto il supporto dell'Italia nel rafforzare questi legami con l'UE. L'Azerbaijan sta costantemente intraprendendo una modernizzazione in tutte le aree, è importante che l'UE, come uno dei partner principali, partecipi da vicino a questo processo. L'avvicinamento della legislazione azera agli standard europei, il rafforzamento della democrazia e il principio del diritto, lo sviluppo del commercio, i legami economici e l'integrazione nella sfera comune dell'Europa rimangono tra le nostre priorità.

L'Azerbaijan è attivamente impegnato nella Nuova Politica di Vicinato e nei programmi della Alleanza Est-Europea dell'UE. Coopera attivamente in formato sia bilaterale che multilaterale all'interno della cornice della Eastern Partnership. Il nucleo di valori stabiliti nell'EaP, cioè proprietà comune, responsabilità e impegni reciproci, dovrebbero essere ritenuti fondamentali per risultati di successo. Gli accordi appena siglati al Summit di Vilnius dell'Eastern Partnership tra Azerbaijan e UE sulle facilitazioni dei visti mostrano un importante sviluppo nella nostra cooperazione. Ciò faciliterà i contatti tra le popolazioni, incrementando la mobilità ed avvicinando la nostra legislazione e la relative pratiche amministrative a quelle dell'UE. Azerbaijan e UE sono partner strategici nel campo energetico, e noi desideriamo che questa collaborazione strategica si espanda anche in altre aree.

L'Azerbaijan si è trasformato, grazie ad un accorto utilizzo delle sue risorse naturali, in una nazione forte, indipendente, che spicca per benessere economico e per uno sviluppo assolutamente eccezionale tra le altre nazioni della regione Caucasica. In tutta l'area l'equilibrio è mutato; come si riflette ciò nelle relazioni tra gli Stati?

Essenzialmente la politica estera e le attività diplomatiche sono progettate per obiettivi di lungo termine, quindi è difficile parlare di risultati nella politica estera in termini specifici o concreti. Inoltre, dato che la politica estera è un elemento continuativo e complementare della politica interna, i risultati in questi ambiti dovrebbero essere considerati guardando all'insieme dello sviluppo di un paese. Quindi l'Azerbaijan con il suo percorso di sviluppo dal momento della propria indipendenza, in particolare negli ultimi 10 anni, mette in evidenza risultati positivi.

Vale la pena notare che c'è un consenso travolgente nella società azera sulle strategie di sviluppo del paese, inclusa la politica estera, ciò confermato ancora una volta dal volere popolare nelle elezioni presidenziali il 9 ottobre scorso. Queste elezioni hanno evidenziato le valutazioni positive della popolazione per i traguardi raggiunti dal paese in questi ultimi anni.

Mantenendo una strategia coerente e ispirata a sani principi, l'Azerbaijan è divenuto un leader regionale ed un partner affidabile nelle relazioni internazionali. Mentre si avvicina ai livelli dei paesi di medio reddito, ha l'ambizioso ma realistico obiettivo di ottenere lo status di paese pienamente sviluppato entro il prossimo decennio.

Oggi l'Azerbaijan è diventato un hub per i trasporti regionali e intercontinentali. Oltre ai suoi diversi oleodotti e gasdotti, inclusi gli oleodotti Baku-Tbilisi-Ceyan e Baku-Tbilisi-Erzurum, il completamento della ferrovia Baku-Tbilisi-Kars andrà ad aggiungere una nuova dimensione alla riuscita strategia energetica e dei trasporti, facendo così crescere la cooperazione trilaterale Azerbaijan Georgia e Turchia ad un più alto livello. Al di fuori della regione, la decisione di costruire il condotto Trans-Anatolico (TANAP) mostra la crescente capacità dell'Azerbaijan di intraprendere progetti indipendenti di larga scala che cambieranno il panorama energetico. Inoltre la recente storica decisione del consorzio Shah Deniz di scegliere il condotto Trans-Adriatico (TAP) rinforza il ruolo dell'Azerbaijan nel mercato energetico europeo.

Conquistando un seggio al Security Council dell'ONU e ospitando una quantità di eventi di alto profilo internazionale, come il Festival della Canzone Europea, il Forum Mondiale del Dialogo Interculturale e il Forum Umanitario Internazionale di Baku, così come i prossimi giochi inaugurali d'Europa nel 2015, tutto contribuisce a incrementare il prestigio dell'Azerbaijan nel mondo. Vi è poi in cantiere una serie di progetti per rafforzare il dialogo interculturale globale.

Nel passato ci siamo avvalsi di sostegno per la difesa, siamo stati fruitori di aiuti, ora l'Azerbaijan dà tangibili contribuzioni alla pace internazionale e alla sicurezza, mentre l'Agenzia per lo Sviluppo Internazionale Azera reca assistenza umanitaria con progetti in Africa, Asia, Medio Oriente e Caraibi. Ora investiamo nei paesi vicini, e questi investimenti sono in espansione verso l'Europa Orientale e Centrale, così come verso l'Asia Centrale.

In poche parole lo sviluppo dell'Azerbaijan negli anni recenti in tutti gli ambiti e la sua crescente influenza a livello globale dimostra con evidenza il livello dei risultati raggiunti, e come la politica estera abbia giocato in questa strategia un ruolo chiave.

La recente scelta del condotto TANAP, favorendo il percorso a Sud, connetterà Azerbaijan con l'Europa attraverso la Turchia e raggiungerà l'Italia del Sud. Può fornirci ulteriori informazioni al proposito? Quali sono le conseguenze positive che lei prevede per le nazioni coinvolte in questo progetto?

Come sottolineato dal Presidente Ilham Aliyev nella cerimonia della sottoscrizione del progetto per l' investimento finale dello Shahdeniz - II il 17 dicembre 2013, questo progetto cambierà la mappa energetica della regione e dell'Europa.

La presenza ad alto livello delle nazioni partecipanti alla cerimonia della firma per la decisione finale di investimento, con rappresentanti dell'Unione Europea e del Regno Unito tra gli altri, dimostra ancora una volta la nostra volontà e determinazione a far progredire questo progetto.

Dall'introduzione del concetto di Corridoio Sud del Gas l'Azerbaijan ha dimostrato con continuità la propria volontà politica di contribuirne all'attuazione. La nascita del progetto TANAP, componente strategico al centro del Corridoio Sud del Gas, testimonia la nostra dedizione. A ciò è seguita la decisione del Consorzio Shahdeniz di scegliere il gasdotto Trans Adriatico come percorso di consegna.

Shah Deniz-II, TANAP e TAP sono tra i più grandi progetti mondiali energetici. Si parla di un investimento di oltre 45 miliardi di dollari, oltre 30.000 nuovi posti di lavoro verranno creati nei paesi di passaggio del percorso.

In una prima fase questo progetto prevede la consegna di 10 miliardi di metri cubi di gas naturale azero, ma nelle fasi successive questa cifra potrebbe salire ad oltre 20 miliardi di metri cubi. Significa che l'Azerbaijan fornisce un contributo alla sicurezza energetica dell'Europa non solo grazie ai diversi percorsi delle forniture, ma anche facendo sì che queste forniture abbiano diverse fonti.

La politica energetica dell'Azerbaijan si è sviluppata sulla base del principio di una mutua e vantaggiosa cooperazione e della realizzabilità commerciale, combinando interessi di consumatori e produttori; sulla base di trasparenza, affidabilità e sostenibilità. Da ciò deriva la nostra convinzione che il progetto TAP grazie ai nostri sforzi congiunti apporterà considerevole valore aggiunto alla fornitura energetica verso l'Europa e alla sua diversificazione. Mettendo assieme gli interessi dei paesi produttori, di transito e consumatori contribuirà ad un ulteriore sviluppo di questi paesi che partecipano al progetto, e certamente migliorerà la nostra cooperazione e amicizia.

Qual è l'attuale situazione nel Naghorno Kharabach, e come descriverebbe i rapporti con l'Armenia?

Sulla base dei fondamentali principi delle leggi internazionali, di quattro risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dei principi guida del Helsinki Final Act e altri documenti e risoluzioni di organizzazioni internazionali abbiamo idee chiare su come si possa dirimere il conflitto tra Armenia e Azerbaijan. L'unica maniera per raggiungere una soluzione duratura e stabile e promuovere relazioni civili tra due Stati confinanti tra loro è iniziare la demilitarizzazione dei territori azeri, ristabilire la sovranità e integrità territoriale dell'Azerbaijan, ottemperare immediatamente ai diritti inalienabili di circa un milione di rifugiati e permettere alle persone dislocate nel paese il ritorno nelle proprie case. Siamo convinti che il maggior pericolo per la pace, la sicurezza e lo sviluppo sostenibile in questa regione sia la presenza di forze militari armene su circa il 20% del territorio azero, attualmente occupato. Crediamo fermamente che l'eliminazione delle conseguenze militari dell'occupazione armena, insieme al lancio di misure che costruiscano fiducia, sia la strada giusta verso una soluzione pacifica del conflitto.

La leadership armena deve rendersi conto che mostrando un atteggiamento costruttivo e rivedendo la propria politica di annessione verso i vicini cambierà la percezione della sicurezza nella regione, influenzando positivamente il processo di negoziazione della pace.

L'Azerbaijan ha da lungo tempo un dialogo aperto, amichevole con i suoi vicini caucasici, a prescindere dalle radici culturali e dalla religione, mostrando in ciò un atteggiamento di apertura del tutto eccezionale; ciò è ancora vero adesso che il Paese sta attraversando una fase di rapido sviluppo?

Per la sua collocazione geografica, nel crocevia tra Europa e Asia, l'Azerbaijan è stato per secoli un ponte tra diverse civiltà. La coesistenza pacifica e la tolleranza sono abitudini storiche e tradizioni di vita in Azerbaijan. Non a caso l'Azerbaijan ha un ruolo cruciale nella promozione del dialogo interculturale e interconfessionale: siamo diventati meta di numerosi forum internazionali dove si promuovono tali nobili scopi.

L'organizzazione e l'ospitalità di eventi internazionali mirati a promuovere la cooperazione tra civiltà come il Forum Mondiale sul Dialogo Interculturale, il Forum Internazionale Umanitario, l'ottavo incontro del comitato UNESCO intergovernativo per la salvaguardia del retaggio culturale intangibile, sono tra i più vividi esempi di questa missione.

Il dialogo tra civiltà ha la possibilità di divenire motore di potenziamento della pace e della sicurezza, abbassando tensioni, rinforzando le diversità culturali e stimolando lo sviluppo sostenibile. Incoraggiare il dialogo tra civiltà è fondamentale per costruire tolleranza e comprensione reciproche tra popoli e nazioni, specie quando vi siano pregiudizi o convinzioni errate tra di loro.

Quindi, con questo in mente, continueremo i nostri sforzi con ancor maggiore determinazione per contribuire a produrre iniziative per un dialogo tra civiltà, nell'intento di fare di questo mondo un posto migliore.

Mənbə: Globalist

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